Anziani e parkinsonismo: nel soggetto anziano la fisiologica perdita di neuroni dopaminergici è stimata al 10 % l’anno e può giustificare quelle alterazioni di prestazioni motorie simil-parkinsoniane (come la lentezza del movimento, la deambulazione con passi piccoli, la curvatura del tronco in avanti, ecc.) abbastanza tipiche di diverse persone in età avanzata. Tale sintomatologia presenta una risposta alla L-DOPA scarsa e di breve durata, o il più delle volte assente, ben differente dalla buona risposta che si ottiene in genere nella MP, in cui la carenza di dopamina è determinata dalla morte neuronale di più specifiche aree cerebrali.
Archivio Categoria: 6 – Malattia di Parkinson e parkinsonismi
Cosa serve conoscere della malattia di Parkinson (MP)?
- i sintomi classici possono esordire con il rallentamento motorio (di tutto il corpo o di una parte di esso, in genere un arto), chiamato in gergo medico ipocinesia, bradicinesia. È riferito come una sensazione di impaccio nel compiere movimenti fini volontari (ad esempio cucire) e si accompagna a riduzione dei gesti automatici, come i movimenti pendolari degli arti superiori nel cammino e della mimica; con la rigidità, che si avverte sotto forma di sensazione tipo “ruota dentata” di certi ingranaggi quando mobilizziamo passivamente alcune articolazioni (gomito, polso, spalla, ecc.) della persona malata; col tremore tipico “a riposo”, assente però in circa il 30% dei casi di MP; infine, con le anomalie della postura (come la posizione del busto curva in avanti, detta camptocormia) e dell’ equilibrio.
- non tutti i parkinsoniani, quindi, tremano! Esistono pazienti con MP senza tremore e quelli con tremore che non hanno la MP bensì altre patologie (tremore essenziale – TE, spesso familiare, a volte ad esordio senile; tremore da sostanze tossiche; tremore disendocrino, come accade ad esempio nell’ipertiroidismo; tremore da danni del cervelletto, ecc.).
- il ritardo nella diagnosi: le forme cliniche di MP che esordiscono senza tremore giungono all’osservazione del neurologo in genere dopo 1-2 anni dall’esordio, in quanto il rallentamento motorio (quasi sempre abbinato a rigidità) è spesso associato a dolori e limitazioni articolari che vengono erroneamente interpretate in senso “artrosico”, scatenando una sequenza di visite specialistiche non neurologiche, inutili terapie con anti-infiammatori e applicazione di tecniche fisioterapiche e rimedi vari;
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