Come costruire una sensibilità al problema delle “malattie evitabili da farmaci”?
Riflessioni sul ruolo delle responsabilità etiche (e legali?) in previsione di una nuova partnership che coinvolga il non-medico che lavora nel campo della Salute degli anziani fragili, il paziente e il cittadino.
Stimolare una nuova sensibilità all’uso congruo dei farmaci; sviluppare un ulteriore controllo sulle malattie da farmaci da parte delle varie figure operanti nel campo della Salute (in questo caso i farmacisti); sollecitare una partnership tra operatori della salute, medici e non-medici e tra loro ed i pazienti perché rappresenta un fondamentale cambiamento nella struttura dell’assistenza sanitaria, che deve intendersi integrata e ampliabile, appunto, anche alle figure professionali che col medico collaborano; risparmiare infine risorse economiche in quanto le malattie da farmaci incidono notevolmente anche su questo non trascurabile aspetto.
Descrivo una situazione accaduta in una farmacia (e che può facilmente accadere in qualsiasi luogo professionale e a qualsiasi operatore della Salute).
Anna G. con i suoi 78 anni un po’ malmessi e le sue tante compresse che era costretta a prendere era una cliente assidua in farmacia, sempre la stessa, e quasi sempre aiutata dalla stessa farmacista, che per lei aveva una parola gentile.
Ma quel giorno di settembre Anna era apparsa diversa: era stata via per quasi due mesi a mare, ospite del figlio. Alla fine di luglio, nella casa del figlio, aveva avvertito un intenso giramento di testa, associato ad un equilibrio precario e a nausea: uno specialista otorino del luogo le aveva consigliato la flunarizina (Flugeral, Fluxarten, Flunagen, Gradient, Issium, Sibelium). Aveva acquistato il farmaco e seguito le istruzioni del medico: una compressa da 5 mg la sera.
Appena tornata in città ai primi di settembre si era presentata dalla farmacista di fiducia: lenta e impacciata nei movimenti, la schiena un po’ curva, la mimica spenta, la voce appena percettibile. Presa in mano la ricetta, la farmacista aveva avuto un sobbalzo, aveva chiesto alcuni particolari delle cure di Anna e si era convinta che fosse stata la flunarizina a compiere il misfatto, ad averle creato una situazione di parkinsonismo da farmaco (flunarizina).
Come può agire responsabilmente il farmacista a questo punto?
Analisi della situazione:
- A. la paziente ha prolungato arbitrariamente la terapia, malgrado la prescrizione sia stata corretta, ovvero con l’indicazione ad assumere il farmaco per soli dieci giorni. Si tratta verosimilmente di ricetta libero-professionale specialistica.
- la ricetta di rinnovo terapia potrebbe essere, in alternativa, di tipo mutualistico, del medico curante o del sostituto o dello specialista convenzionato: in questo caso il comportamento si configura come Errore Medico in quanto il professionista ha confermato uno schema terapeutico non privo, alla lunga, di eventi avversi per un anziano.
La responsabilità può essere quindi del medico, dell’arbitrarietà del paziente o di ambedue, a causa della sua scarsa aderenza da parte del paziente alla prescrizione del medico per difetti di comunicazione informata medico-paziente.
Conseguenti decisioni e comportamenti professionali da assumere:
- invitare la signora a parlare col medico prescrittore e comunque col suo medico di fiducia
- chiamare il medico di fiducia o lo specialista. Da questa azione può attendersi:
- una collaborazione
- un rifiuto a collaborare
- peggio, un invito perentorio a non superare i confini del proprio ruolo professionale…
- nel timore di queste rappresaglie, non agire e consegnare colpevolmente il farmaco alla paziente.
La soluzione, comunque, viene lasciata alla fantasia e all’esperienza di ciascun professionista della Salute, del paziente o del cittadino.
Gli esempi di parkinsonismo da farmaci potrebbero essere tanti e con protagonisti altri numerosi farmaci, come ad esempio la metoclopramide (Plasil ed altri nomi commerciali meno noti).
Iniziamo a farci due oneste domande:
– esistono obblighi di segnalazione legale dell’evento avverso da farmaci da parte dei non-medici?
– … e obblighi morali personali?
La risposta è sulle righe seguenti.
Si legge su Linee di indirizzo sugli strumenti per concorrere a ridurre gli errori in terapia farmacologica nell’ambito dei servizi assistenziali erogati dalle farmacie di comunità.
Ministero della Salute. maggio 2014
Piano del corso
Dall’invecchiamento della popolazione, alla fragilità e alle patologie sottovalutate
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- basta poco per un circolo vizioso… o per uno virtuoso: la fragilità;
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- come affrontare senza farmaci i disturbi comportamentali delle persone con demenza
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Corso per i primi 6 temi: durata minima di 4 ore. Altre due ore per gli altri quattro temi opzionali di ramo medico.
Formatore: Dr. Ferdinando Schiavo, neurologo.