GIOVEDI’ 25 NOVEMBRE ORE 11.45-13.00
WORKSHOP GM09
“LE DEMENZE GIOVANILI: IL LORO CARICO DI STUPORE, ERRORI, FATICA, DOLORE”
Relatore: dott. Ferdinando Schiavo, neurologo
Il tema delle demenze che colpiscono persone in una età “inattesa” verrà affrontato con Scienza e Umanità. Sono numerosi i motivi per scomodare la Scienza con la S maiuscola: un quadro di demenza giovanile esordisce molto spesso con sintomi ingannevoli e ben diversi dalle errate conoscenze che mettono in primo piano le solite problematiche relative alla memoria; le difficoltà sono in agguato già ai primi passi del percorso diagnostico, in cui giocano le maldestre interpretazioni dei test cognitivi (il Mini Mental può mentire!), ma anche certi pregiudizi che vedono queste patologie come appannaggio esclusivo dei ‘vecchi’. “Non può avere una demenza: è troppo giovane!”.
Il lato Umano vede protagonisti dolore, fatica, lutto, negazione, rimpianto, collera, isolamento, ansia, depressione e altri problemi di salute narrati con una notevole dose di apparente serenità da Michela Morutto. Commenterà la storia personale e del marito Paolo che ha presentato i primi sintomi di demenza poco dopo i quarant’anni, il suo difficile impegno come caregiver, moglie, madre, lavoratrice, combattente a nome di tutti coloro che si trovano nella medesima situazione.
La storia di Michela, Paolo e dei loro due bambini è raccontata fedelmente e con tratti autentici ed emozionanti nel libro “Un tempo piccolo. Continuare a essere famiglia con l’Alzheimer precoce. Storia di Michela e Paolo”, in cui Serenella Antoniazzi ha elaborato le parole e i fatti, le emozioni e i turbamenti della famiglia intera, senza fronzoli ipocriti, senza nessuno sconto alla dura realtà.
Si cavalca l’onda della pura concretezza, della verità. In vicende come questa non trovano spazio edulcoranti. Infine, arte, cultura, sentimento, lealtà del racconto a volte superano la realtà, coinvolgono le emozioni che devono servire a contrastare miti, luoghi comuni, errori e disinformazione, a far mutare opinioni e atteggiamenti sul lento percorso di una malattia che spesso parcheggia chi è malato su un binario morto e con lui la sua famiglia.
In tempo, prepariamoci a capire, per affrontare queste malattie crudeli che uniscono, separano, cancellano, imprigionano, rendono estranei e forse nemici nel modo più doloroso.
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