È fresco di stampa da Maggioli Editore il libro “Malati per Forza” di Ferdinando Schiavo. Ferdinando Schiavo è un neurologo con la sensibilità del geriatra, del quale ha assimilato anche la cultura (basta dare uno sguardo alla bibliografia ed alle letture consigliate che testimoniano il vissuto abbraccio tra questi due ambiti culturali). Del resto lo riconosce lui stesso. Parafrasando: “Da neurologo entrato gradualmente nel fascino del mondo della geriatria mi sono innamorato della complessità”. Il volume è intriso di questo connubio virtuoso, è connotato da una commistione tra saperi diversi e tra loro complementari.
Schiavo è un medico aperto alle contaminazioni, attento al mondo reale (si vedano a questo riguardo i “Ringraziamenti”), in controtendenza rispetto alla settorialità che, se da una parte ha fatto bene all’evoluzione dei saperi, dall’altra ha allontanato molti medici ed operatori sanitari dal mondo reale, incapaci di affrontare la complessità, ovvero la regola quasi assoluta, fra le persone anziane. Leggendo le storie dei suoi pazienti, che fanno da sfondo agli approfondimenti diagnostici ed alle diagnosi differenziali, emerge un medico (senza nostalgie retrò) che sa prendersi cura delle persone che a lui si rivolgono, con competenza e sensibilità umana, che sa cogliere il dettaglio e collocarlo opportunamente in un disegno diagnostico e terapeutico-riabilitativo ben tailorizzato, tagliato su misura.
Una cosa è certa: non è possibile occuparsi di anziani senza una competenza che mescoli saperi tradizionalmente propri della cultura internistica, neurologica e psichiatrica. Purtroppo, nella realtà quotidiana, questi aspetti sono ancora troppo spesso fra loro separati e distanti, per molti motivi che rimandano principalmente ad un anacronismo culturale e formativo dei nostri percorsi scolastici universitari e specialistici.
Nel suo libro l’autore ci parla soprattutto di “storie di fragilità evitabili”. Quanto spesso ancora oggi i nostri anziani sono vittime dell’incompetenza e soprattutto dell’ageismo dietro il quale si nascondono comportamenti, anche professionali, che definire incompetenti e superficiali è solo un eufemismo?
Quanto spesso sono vittime di errori diagnostici e terapeutici? Il volume è ricco di esempi di pratiche da evitare. È ricco di suggerimenti per districarsi nei dedali della complessità che caratterizza spesso la popolazione anziana.
I numerosi esempi che ci porta l’autore suggeriscono quanta strada si debba fare affinché la malpractice, la “mala medicina” possa essere contrastata ed estirpata. Accanto ad alcune indicazioni diagnostiche pratiche per destreggiarsi nella complessità, un filo rosso attraversa, senza soluzione di continuità, tutto il testo, in particolare sull’uso corretto dei farmaci. L’autore ci ricorda che i farmaci sono armi a doppio taglio e gli anziani ne sono spesso la vittima.
È ampiamente noto che la popolazione anziana sia particolarmente esposta alla iatrogenesi e alle reazioni avverse da farmaci; il rischio iatrogeno aumenta quanto maggiore è il numero di farmaci assunto. Uno studio americano ha evidenziato come il 40% delle persone con oltre 65 anni d’età assuma da 5 a 9 farmaci e il 18% arrivi fino a 10. Questo spiega in larga parte il rischio elevato di ospedalizzazione da eventi avversi che caratterizza la popolazione anziana (Budnitz et al., 2011).
Si tratta di un problema ampiamente noto per il quale sono state proposte varie strategie di contrasto che dovrebbero essere più ampiamente applicate (Onder et al., 2013). In particolare, oggi esistono molti strumenti accessibili (anche dal nostro smartphone) che possono essere di aiuto per evitare errori grossolani nell’uso e nell’abuso dei farmaci, e la sempre maggior diffusione della cartella clinica elettronica, sia in ambito ospedaliero sia ambulatoriale, potrà sicuramente contribuire ad attenuare il problema legato alle reazioni avverse da farmaci.
Ad emergere nei vari capitoli, attraverso le descrizioni di persone e delle loro malattie, è uno stile professionale che unisce competenza ed umanità, accurata conoscenza della medicina neuro-geriatrica, dell’uso corretto dei farmaci, ed una sensibilità che sa porre il malato al centro dell’attenzione dei sanitari, con le sue stranezze, i suoi disturbi cognitivi e comportamenti, le sue disabilità, ma che non sembra perdere mai la propria dignità, conservando intatto il proprio diritto di cittadinanza. Purtroppo, a parte qualche esempio virtuoso la strada da percorrere affinché i pazienti anziani, soprattutto se affetti da deterioramento cognitivo, conservino pieno diritto di cittadinanza è ancora lunga. Talora sembrano emergere più prepotentemente dinamiche espulsive. Del resto è noto da tempo che nei periodi di crisi, non solo economica, ma anche culturale, a farne le spese sono i più deboli e di più fragili. Il libro di Schiavo è in controtendenza rispetto a queste derive non certo animate da nobili ideali. Anche per questo motivo auguro al libro fortuna, e soprattutto allo spirito che lo anima di contagiare coloro che lo leggeranno.
Bibliografia
– Budnitz DS, et al. Emergency hospitalizations for adverse drug events in older Americans. New England Journal of Medicine 2011;365:2002-12.
– Onder G, et al. Strategies to reduce the risk of iatrogenic illness in complex older adults. Age Ageing 2013;42:284-91.