Sbagliare è umano… ma si può imparare dall’ errore. Tenuto nascosto, l’ errore può ripetersi e tuttavia, se viene affrontato e discusso, perde la sua potenzialità negativa: l’errore diventa pedagogico!
L’argomento delle malattie da farmaci è attuale e coinvolgente e lo sarà sempre di più in quanto la popolazione più a rischio, gli anziani, è in continuo e progressivo aumento.
Molti sintomi o segni che si incontrano in neurologia possono essere indotti da farmaci. Un elenco: mal di testa, vertigini e disturbi dell’equilibrio, alterazioni cognitive (memoria, attenzione, orientamento, linguaggio, ecc.), stati confusionali, psicosi, perdite di coscienza e crisi epilettiche, turbe visive, del gusto e odorato, malattie del midollo spinale, dei nervi periferici e dei muscoli, alterazioni del movimento di vario tipo. I vari sintomi, associandosi o meno fra di loro, possono dar luogo a manifestazioni cliniche di interesse neurologico che spesso assomigliano ad alcuni importanti e noti quadri clinici, come la malattia di Parkinson, le demenze, l’epilessia ed altre malattie ancora, inducendo spesso all’errore di diagnosi (esempio: far diagnosi di malattia di Parkinson, degenerativa e irreversibile, invece della corretta diagnosi di Parkinsonismo da farmaci, quasi sempre reversibile!) e alla necessità di indagini a volte sofisticate, per nulla necessarie, non trascurando il contributo di una inutile sofferenza del paziente.
Da questa realtà dovrebbe nascere la buona regola di pensare in maniera sistematica ad una possibile patologia da farmaci quando un medico effettua una visita, in particolare se si tratta di un soggetto anziano. Accortezze simili, in un compito di collaborazione più ampio, può essere svolto dalle varie professionalità che hanno rapporti con le persone malate.
Bisogna riflettere molto sul fatto che gli anziani sono grandi consumatori di farmaci a causa delle diverse patologie che li affliggono col passare degli anni e che il 5 % dei ricoveri avviene per reazioni avverse ai farmaci. Il neurologo con esperienza geriatrica ha quindi una certa familiarità col fenomeno eventi avversi da farmaci ed in particolare degli Eventi Avversi Neurologici causati da farmaci (EAN). Possiede una visione del problema che potrei definire, ma con una venatura di amarezza, privilegiata, sia nella veste di chi osserva gli EAN da farmaci consigliati da altri colleghi e li diagnostica come esperto delle manifestazioni del suo ramo specialistico (due esempi: un parkinsonismo da un antivertiginoso, il Torecan – tietilperazina o da Flugeral (e altri nomi commerciali) – flunarizina – o da Plasil (e altri nomi commerciali) – metoclopramide; una crisi epilettica favorita da un analgesico, il Contramal – tramadolo), sia come prescrittore egli stesso di farmaci a rischio.
In alcuni casi l’azzardo terapeutico è calcolato, paziente e familiari sono adeguatamente informati, ma altre volte il pericolo viene sottovalutato (oppure non riconosciuto) in quanto non tutti i componenti della classe medica, compresi gli specialisti, dimostrano la loro competenza nel consigliare certi farmaci pur in presenza di seri fattori di rischio di sviluppo di EAN, quali sono la stessa età anagrafica dei pazienti e la presenza di alcune malattie o sintomi e segni clinici, elementi che dovrebbero indurli ad una maggiore cautela.
ho 75 anni fino a tre mesi fa facevo skinautico e wind-surf oggi mi dicono che sono epilettico e parkinson ma come possibile che non ci sia una cura (porca miseria).
Gentile coetaneo, su AVVISO IMPORTANTE scrivo che non faccio diagnosi a distanza in quanto: A. pignolo di mio, e B. la neurologia é sempre complessa!
Due malattie neurologiche in un colpo solo… mi pare strano, ma possibile. Tuttavia, facendo l’avvocato del diavolo (come sempre), potrei pensare, ad esempio (fantasticare…), che il Parkinson sia invece un parkinsonismo da farmaci, ad esempio Depakin, e quindi “curabile” sospendendo quello o altri farmaci parkinsonizzanti…
Epilessia: non vorrei (azzardo eh!) che si trattasse di Sincope con convulsioni… scambiata per crisi epilettica. Sincope dovuta a ipotensione ortostatica (ad ogni parkinsoniano DOVREBBE essere controllata ogni tanto la pressione arteriosa in posizione coricata e poi in piedi…). Ne scrivo qui: https://www.perlungavita.it/argomenti/operatori-e-servizi/1443-i-miei-splendidi-ex-allievi-oss
E comunque, ambedue le patologie sono curabili con farmaci sintomatici, ovvero che non vanno alla radice patologica del problema, e peraltro molto spesso con successo per la quota Epilessia; la stessa cosa per quella Parkinson (se non é un parkinsonismo da farmaci o da “altro”), almeno per quegli anni in cui ci sarà un’augurabile lunga luna di miele terapeutica!
Mi auguro che Lei abbia incontrato colleghi validi ed abbia ricevuto ampie spiegazioni.
Altro non posso fare. Anzi, ho già fatto troppe congetture senza sapere nulla di Lei e delle dinamiche…
In bocca al lupo, col cuore!
Ferdinando Schiavo